Se si digita in rete Kawase Shinobu immediatamente si percepisce la stima incondizionata di cui gode questo artista giapponese.
Le sue opere sono infatti conservate in alcuni dei più importanti musei europei e statunitensi, tra cui il Metropolitan di New York, l’Art Institute di Chicago, il British Museum e il Victoria & Albert Museum di Londra, solo per citarne alcuni.
Kawase Shinobu è un ceramista.
Modella la terra con l’ausilio di mani e strumenti, riveste quella forma ancora cruda con vetro liquido, e infine col fuoco ne solidifica il corpo, altrimenti irrimediabilmente plastico.
Un procedimento elementare che tuttavia, è cosa nota, ha permesso di produrre alcune tra le più straordinarie creazioni dell’umanità.
In Asia l’arte della ceramica ha raggiunto vertici vicini al sublime.
In Cina, in particolare, l’evoluzione ormai plurimillenaria di quest’arte ha entusiasmato (e continua ad entusiasmare) moltissimi cultori, estasiati dalla perfezione tecnica e dalla varietà di questa produzione.
Il vasellame funerario neolitico, i cavalli Tang, il ‘bianco e blu’, le porcellane imperiali. La ceramica e la porcellana cinese sono un mondo così vasto che può non bastare una vita intera per conoscerne tutti i segreti.

Ceramiche di Longquan con invetriata Céladon della dinastia Song. Parigi, Museo Guimet.
Secondo molti, tra cui chi scrive, le ceramiche cinesi più raffinate ed eleganti sono quelle realizzate durante la dinastia dei Song (960-1279).
Un periodo in cui, in verità, tutte le arti cinesi raggiunsero l’eccellenza, dalla pittura alla scultura, dalla poesia alla musica, complice l’attività di uomini di cultura e amanti della bellezza fuori dal comune, basti pensare a Su Dongpo (1037-1101).
Fu proprio allora che fece la sua comparsa il letterato (wenren), l’intellettuale dedito alle arti per diletto, figura che avrebbe segnato per sempre l’evoluzione della civiltà cinese.
Personaggi dai gusti sofisticati, amanti della pittura a solo inchiostro, cultori della calligrafia, poeti visionari, musicisti ispirati, che amavano circondarsi di oggetti solo in apparenza semplici ma in realtà perfetti per armonia ed equilibrio di forma e decoro.
Nell’ambito della ceramica è il tempo delle Cinque Grandi Fornaci (五大名窯, wu daming yao): Ru, Jun, Guan, Ge e Ding), laboratori nei quali si creavano oggetti solitamente di piccole dimensioni, realizzati per l’élite del Paese, tra cui lo stesso imperatore e i membri più influenti della corte.
Manufatti destinati allo studio del letterato, di nessuna appariscenza, privi di fronzoli, ammirati per sobrietà di forma e, soprattutto, per l’eleganza delle invetriature.

Kawase Shinobu (1950-), Vaso a fiore di loto in porcellana con invetriata céladon, 2008. New York, Brooklyn Museum.
Caratteristiche simili si possono ammirare anche nelle coeve ceramiche realizzate nelle fornaci di Longquan, immancabilmente rivestite di invetriatura di colore verde.
Proprio quest’ultime vengono solitamente identificate con il termine céladon. Si tratta di un vocabolo francese che compare per la prima volta all’inizio del XVII secolo, utilizzato dallo scrittore Honoré d’Urfé (1568-1625) come nome di uno dei personaggi del suo romanzo intitolato L’Astrea, il quale era solito indossare abiti ornati da nastri verdi. Per associazione cromatica, si prese allora a denominare céladon le ceramiche di Longquan che in quel periodo giungevano copiose anche in Francia.
Nella lingua cinese l’invetriatura di questo colore è nota con il termine qingci (青瓷). Il primo dei due caratteri è quello che identifica il colore. Non si tratta propriamente di verde così come lo intendiamo comunemente, ma di una sfumatura non netta tra il verde e il celeste, di tonalità chiara, che nei propositi dei ceramisti doveva emulare le variegazioni cromatiche della giada, il più prezioso dei materiali.
Per questo, il vocabolo qingci è in effetti usato in Cina non solo per le ceramiche di Longquan ma anche per altre produzioni, ancora di epoca Song, tra cui il vasellame Yaozhu, la porcellana qingbai di Jingdezhen e anche la ceramica Jun con il suo caratteristico colore lavanda a volte screziato di rosso rame.
Il vasellame cinese qingci è servito da prototipo per moltissime fornaci dell’Asia orientale.
Eccezionali ceramiche con invetriatura céladon furono prodotte in Corea tra l’XI e il XIII secolo, e numerose sono le fabbriche giapponesi che a partire dal XVII secolo si cimentarono con questa tipologia di coperta vetrosa, traendo chiaramente ispirazione da modelli cinesi più antichi.
Nella lingua giapponese i caratteri utilizzati per definire questa invetriatura sono gli stessi usati in cinese, ma la pronuncia è seiji.

Kawase Shinobu (1950-), Vaso in porcellana con invetriata céladon, 2001. New York, The Metropolitan Museum
Kawase Shinobu è un maestro proprio nella produzione di vasellame con invetriatura céladon.
Nato nel 1950 a Ōiso nella prefettura di Kanagawa, in una famiglia di ceramisti, si è dedicato per gran parte della sua carriera a sperimentare gli effetti che si possono ottenere introducendo nella coperta vetrosa quantità ben calibrate di ferro e cuocendo il vasellame in un’atmosfera a riduzione.
I risultati sono manufatti eleganti nella loro estrema semplicità, brillanti soprattutto per il colore dell’invetriatura che, in accordo con la tradizione cinese di epoca Song, oscilla tra il blu e il verde chiari
L’abilità con cui riesce a manovrare la ruota per dare forma alle sue creazioni è ormai proverbiale. Forme fluttuanti, fluide, che si impongono nello spazio per leggerezza e organicità.
Sfumature brillanti ma mai sopra le righe, capaci di conferire rotondità di luce agli oggetti, e minime vibrazioni tonali che si espandono sonore in completa simbiosi con i volumi della terra.
L’arte di Kawase Shinobu è ambiziosa.
Ambisce al confronto con la gloriosa ceramica di epoca Song, ma non rimane costretta da paragoni forse improponibili.
E’ libera, solida nel presente e pronta per il futuro.
La consapevolezza di poter esprimere armonia solo attraverso il genio, le mani, la terra, il vetro e il fuoco.
* A confermare la qualità delle opere di Kawase Shinobu, la stima ormai globale di cui gode questo artista e il crescente interesse dei collezionisti per la sua produzione, nel 2022 Marchant di Londra ha organizzato una mostra-vendita delle sue opere (Kawase Shinobu – Master of Celadon, a retrospective), la prima che questa notissima galleria – da sempre specializzata in arte cinese e giapponese antica – abbia dedicato all’arte asiatica contemporanea.

Kawase Shinobu (1950-), Vaso in porcellana con invetriata céladon, 2004. Providence, RISD Museum.