Poco meno di due mesi, dal 19 giugno al 17 agosto di questo 2014.
Questo il periodo in cui era possibile ammirare presso il British Museum di Londra una selezione di netsuke, accompagnati da una scelta di oggetti collegati con la moda maschile nel Giappone tradizionale, tra cui un kimono, un inrō, una spada e alcuni accessori relativi all’abitudine di fumare.
La mostra si intitolava Dressed to impress: netsuke and Japanese men’s fashion, ed è stata curata da Noriko Tsuchiya con la preziosa assistenza di Max Rutherston, uno dei più noti mercanti ed esperti in quest’ambito, oltre che persona di rara gentilezza con la quale ho avuto la fortuna di collaborare in più occasioni nel recente passato.
I netsuke esposti provenivano tutti dalle sterminate collezioni del British Museum, formatesi a partire dalla fine dell’Ottocento grazie all’aquisizione delle raccolte di Sir Augustus Wollaston Franks (1826-1897), di John e Anne Hull Grundy, di Oscar Charles Raphael e di altri ancora. Chi non avesse avuto l’opportunità di vederli da vicino, frequentando i favolosi depositi di quel gigante tra i musei del mondo intero, oppure visitando le sue sale dedicate all’arte giapponese dove alcuni pezzi sono esposti in maniera permanente, avrebbe potuto conoscere la portata di questa straordinaria collezione consultando il volume del 1976 a cura di Richard Barker e Lawrence Smith (Netsuke. The Miniature Sculpture of Japan), che ne illustrava all’incirca quattrocento, e il poco più recente Netsuke. The Hull Grundy Collection in the British Museum di Victor Harris pubblicato nel 1987. Molti, inoltre, sono nell’archivio del museo consultabile online.
La mostra dell’estate scorsa ha quindi permesso di approfondire la conoscenza su questi spettacolari ninnoli, vere e proprie sculture in miniatura, capolavori di maestria nell’intaglio, riflesso straordinario della incommensurabile fantasia e della genialità dell’arte giapponese.
Il catalogo che accompagna la mostra illustra solo cento pezzi che, agli occhi della curatrice, dovrebbero essere gli ‘highlights’ della raccolta, formata in realtà da migliaia di esemplari. Le schede sono di piacevole lettura e le immagini piuttosto belle (i pezzi sono riprodotti con maggiori dimensioni rispetto a quelle reali). Non deve essere stato semplice scegliere e, senz’altro, moltissimi tra quelli esclusi avrebbero meritato un posto nell’Olimpo dei 100. Tuttavia, non si può non apprezzare il metodo utilizzato per la selezione che non ha privilegiato alcune categorie in particolare, oppure l’antichità degli oggetti, o ancora l’importanza dell’artista che ha firmato l’opera. Evidentemente, è stata una scelta di gusto a imporre i criteri, oltre che la volontà di mostrare quanto ampia sia la varietà di queste sculture magiche, poiché nel catalogo compaiono oggetti molto antichi ma anche piuttosto recenti, realizzati cioè quando il netsuke aveva già perso la sua ragione di essere usato quale fermaglio; gli artisti più famosi, come Masanao di Kyoto, Mitsuhiro di Osaka e Otoman, sono certo rappresentati, ma molti sono i pezzi scelti non firmati oppure di autori meno noti. Felice pure l’idea di inserire a corredo delle schede immagini di altre tipologie di oggetti (soprattutto stampe) che spiegano a quali fonti iconografiche si rifacessero gli intagliatori per trarre ispirazione per le loro opere.
Immancabile infine il commento di Edmund de Waal, l’autore del bestseller Un’eredità di avorio e ambra, divenuto ormai voce indispensabile su tutto quel che abbia a che fare con i netsuke. Il bollino nero in copertina riporta il suo lapidario giudizio sulla pubblicazione: “Tremendous”!

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Bambino cinese con maschera di leone. Netsuke in porcellana di Hirado, inizio del XIX secolo. Londra, British Museum.

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Masanao di Ise, Pesce. Netsuke in legno con intarsi in corno, XIX secolo. Londra, British Museum.

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Masanao di Kyoto, Topo che dorme. Netsuke in avorio, fine del XVIII secolo. Londra, British Museum.

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L’imperatore cinese Xuanzong e sua moglie Yang Guifei. Netsuke in avorio, inizio del XVIII secolo. Londra, British Museum.

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Kikugawa, Tartaruga. Netsuke in argento, fine del XIX secolo. Londra, British Museum.