Una composizione estremamente sintetica eppure potente ed evocativa, con i quattro uccelli marini posati al suolo, tre con lo sguardo rivolto verso il cielo a sinistra, quello sulla destra a grattarsi col becco le penne sul petto.
Solo inchiostro, la forza dell’inchiostro, la pittura cinese monocroma, l’infinito spettro cromatico tra il bianco e il nero, le innumerevoli ondulazioni del grigio sulla carta, solo inchiostro.
I cormorani di Xu Beihong.
Bello, direi, molto bello.
L’ho visto dal vivo venerdì 19 marzo, il giorno di apertura dell’esposizione per l’asta che Pananti avrebbe tenuto una settimana dopo, il 26 marzo 2021.
Grazie agli amici della casa d’aste fiorentina, ho avuto anche il privilegio di esaminarlo senza i filtri della cornice in legno e del vetro protettivo.
Bello, direi, molto bello.
Fino ad allora l’avevo visto solo in foto, grazie alle immagini che il proprietario mi aveva inviato un paio di anni or sono perché gli dessi la mia opinione.
Ricordo piuttosto bene quel che gli chiesi fin da subito: aveva qualche notizia sulla sua provenienza, oltre a sapere che era in famiglia da molti anni?
No, non ne aveva.
Gli dissi inoltre che poteva trattarsi di una stampa, poiché i dettagli della composizione e le misure (cm. 100 x 100 circa) corrispondono perfettamente con una nota composizione di Xu Beihong – uno dei maggiori protagonisti della pittura cinese del Novecento – riprodotta con procedimento xilografico.
Perfino l’iscrizione in alto (廿四年冬悲鸿), che è la firma preceduta da un riferimento all’inverno del 1924, e il sigillo dell’artista che la segue, sono in tutto compatibili. Solo qualche anno prima, nel 2016, Christie’s New York aveva offerto un esemplare di questa stampa, appartenuto alla collezione di Robert Hatfield Ellsworth (1929-2014), tra i più grandi mercanti di arte asiatica che la storia conosca.
Tuttavia, il proprietario sembrava così convinto che non si trattasse di una riproduzione seriale che gli proposi di approfondire, poiché – ovviamente – tra stampa e dipinto, soprattutto dal punto di vista economico, la differenza è abissale.
Differenza che diventa immensa se si ha a che fare con artisti del calibro di Xu Beihong, i cui dipinti – quando corredati di pedigree – sono venduti a cifre fantasmagoriche, nell’ordine dei diversi milioni di euro.
Per capire, rimanendo nell’ambito dei cormorani, un dipinto ‘solo’ attribuito a Xu Beihong (cm. 35,5 x 43) con un dettaglio della composizione ripresa nella stampa , è stato battuto a Boston da Skinner il 23 aprile 2013 (lotto 499) per $ 20.400, mentre le stampe dell’artista viaggiano intorno ai 300-500 €.
D’altronde, se esiste una stampa, in linea almeno teorica, deve esistere anche un dipinto al quale è ispirata, così vuole la logica.
Non se ne fece più niente, capita, non raramente ahime!, e dimenticai quello scambio di battute finché non è arrivato il 19 marzo del 2021.
Gli amici di Pananti hanno offerto l’opera come un dipinto, ed hanno per conseguenza proposto una stima di € 100.000-200.000, supportata anche dal riscontro di circostanziate analisi scientifiche. Un prezzo di partenza in effetti congruo, se di dipinto di Xu Beihong si tratta, che anzi avrebbe dovuto stimolare una gara al rialzo.
Bello, direi, molto bello.
Ho seguito l’asta. L’opera è rimasta invenduta.
A ognuno di noi, per chi voglia, a me per primo, non resta che riflettere sul motivo.
Per imparare naturalmente, per nessun’altra ragione.