Rose e anatre mandarine

Gao Jianfu, Fiori e anatre mandarine

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Gao Jianfu, Teschi, 1938

Il periodo compreso tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo è stato per l’arte cinese uno dei più cruciali nell’intera sua storia. Il fermento politico che avrebbe portato alla fine dell’Impero e alla contemporanea proclamazione della Repubblica, si ripercosse ovviamente anche sul dibattito culturale e su tutte le forme d’arte. Come è noto, i decenni che seguirono – fino alla fondazione della Repubblica Popolare nel 1949 – furono molto tribolati, con lo scontro accesso tra comunisti e nazionalisti, e la cruenta invasione del paese da parte dei giapponesi.
Gao Jianfu (1879-1951) – insieme al fratello Gao Qifeng (1889-1933) e all’amico Chen Shuren (1884-1948) – fu tra gli artisti protagonisti di quella storica fase di svolta.
Formatosi alla pittura e alla calligrafia tradizionali presso lo studio di Ju Lian (1828-1904), Gao Jianfu si trasferì nel 1903 a Canton dove si iscrisse al Christian College promosso da Sun Yatsen, frequentando i corsi di un pittore francese noto col nome cinese di Mai La e del pittore giapponese Yamamoto Baigai. Nel 1906 decise di compiere un viaggio in Giappone allo scopo di trovare ispirazione per rinnovare il proprio stile. Nel Paese del Sol Levante scoprì l’arte di quella corrente nota col nome di Nihonga (letteralmente “pittura giapponese”), alla quale erano affiliati personaggi del calibro di Takeuchi Seihō, Kanō Hōgai e Hashimoto Gahō, i quali – pur rimanendo legati alle tecniche della tradizione – scelsero di inserire nelle loro opere spunti tratti dall’arte occidentale, secondo le indicazioni teoriche di Ernest Fenollosa e Okakura Kakuzō. L’esperienza ebbe un tremendo impatto su Gao Jianfu, condizionando per intero il suo percorso artistico.
Al suo ritorno in Cina, Jianfu si dedicò con eguale entusiasmo alla pittura e all’attivismo politico, da una parte promuovendo nuovi ideali artistici che porteranno alla formazione della Scuola Lingnan (dal nome di una regione nei pressi di Canton), dall’altra partecipando in prima persona al dibattito politico (sembra che fosse stato coinvolto in qualche modo nell’assassinio del leader rivoluzionario Song Jiaoren avvenuto nel 1913, e per questo fu emesso a suo carico un mandato di cattura da parte del governo di Yuan Shikai che egli evitò fuggendo per un periodo in Giappone).
Questa sua passione politica risulta evidente anche in alcune delle sue opere più note, tra quelle più legate agli avvenimenti sociali del tempo. Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, quando gli eventi imposero che la sua scuola si trasferisse da Canton – allora occupata dai giapponesi – a Macao, realizzò, ad esempio, un commovente dipinto nel quale compaiono teschi in un campo, un ovvio riferimento alle sofferenze inflitte dal conflitto ai suoi connazionali.
Se la pittura giapponese costituì una fonte primaria di ispirazione per il rinnovamento della sua arte, si deve anche affermare che questa sua predilezione gli attrasse non poche critiche tra i suoi contemporanei, che l’accusarono in ultimo anche di plagio. Non va d’altronde dimenticato che proprio nel periodo in cui Gao Jianfu fu attivò il Giappone divenne l’acerrimo nemico della Cina, umiliando il paese con l’occupazione e compiendo stragi di inaudita violenza. Per questo, nonostante egli occupasse nel tempo cariche di prestigio non solo a Canton, ma anche a Nanjing e Shanghai, la sua scuola non sarebbe mai riuscita ad attrarre quell’attenzione a livello nazionale che avrebbe invece meritato per la sua spinta innovativa. Ed è per questo che egli non disdegnò nel corso della sua lunga carriera di dedicarsi periodicamente alla realizzazione di opere di stile tradizionale, per tipo di pittura e scelta dei soggetti (fiori e uccelli, paesaggi).
Porto sotto la pioggia, 1935.National Art Museum of ChinaNonostante Jianfu non sia stato molto avvezzo in vita a divulgare in forma teorica le sue idee sull’arte, rimangono accenni al suo pensiero, molti dei quali raccolti in un volume del 1935 curato dal suo allievo You Yunxian. Un testo che, lungi da avere una sua coerenza interna, contiene tuttavia numerosi spunti per comprendere gli ideali estetici di questo protagonista della pittura cinese del XX secolo.
“L’arte cinese moderna non può rimanere indifferente ai bisogni della rivoluzione moderna. Gli artisti dovrebbero avere una visione ampia e nobile, in modo da accompagnare la rivoluzione verso il futuro e indirizzare i bisogni quotidiani, sforzandosi di migliorare la propria cultura”

Gao Jianfu e i suoi compagni della scuola di Lingnan sono stati oggetto di due importanti esposizioni negli ultimi anni. Una si è tenuta presso il National Palace Museum di Taipei tra il 1° giugno e il 25 agosto 2013, intitolata Origins and Developments of Lingnan School of Painting; l’altra tra il 20 marzo e il 28 giugno 2015 presso il Museo Cernuschi di Parigi, intitolata L’Ecole de Lingnan: L’Eveil de la Chine Moderne.
Nell’ambito del mercato, Jianfu ha estimatori disposti a pagare cifre di tutto rispetto pur di possedere sue opere. A solo titolo di esempio, si può ricordare che un suo dipinto raffigurante Zucche, è stato aggiudicato per circa 160.000 euro, in un’asta Sotheby’s organizzata ad Hong Kong il 7 aprile 2014.

Zucche sothebys

Gao Jianfu, Zucche