Il termine Pichwai identifica un genere di pittura devozionale che ha avuto la sua evoluzione nei pressi della cittadina di Nathdwara sita nel sud della grande regione nord-occidentale del Rajasthan in India.
In particolare, dalla fine del XVII secolo questa tipologia artistica è in strettissima relazione con il principale tempio dedicato al culto di Shrinathji, la manifestazione di Krishna a sette anni.
Shrinthji è la principale divinità del Pushtimarg (“Il sentiero della grazia”), una setta dell’induismo fondata nel XVI secolo dal santo e filosofo Vallabhacharya, il quale predicava la semplice adorazione di Krishna escludendo dal culto qualsiasi forma di ascetismo.
I suoi adepti adorano il giovane Shrinthji come emblema di amore universale, più vicino ai fedeli di quanto lo sia lo stesso Krishna che pure è considerato simbolo supremo di compassione, tenerezza e protezione.
Il culto per il giovane Shrinathji è piuttosto complesso, e prevede la celebrazione di tre speciali rituali alla settimana, mentre quotidianamente il tempio si apre otto volte perché i fedeli possano celebrare le funzioni.
Al suo interno sono presenti icone, alle spalle dei quali si dispongono grandi dipinti, definiti per l’appunto Pichwai, termine che si può tradurre letteralmente come “che si appende sul retro”.
Realizzate a colori naturali su tessuto, le opere Pichwai hanno dunque prima di tutto lo scopo di coinvolgere i fedeli nel culto: ogni funzione prevede l’utilizzo di una particolare iconografia. Per questo sono invariabilmente dipinte in tonalità vivaci che attraggano immediatamente l’osservatore, a costruire composizioni semplici ma efficaci nelle quali compare sempre Shrinathji.

Grande dipinto ‘Pichwai’ con Krishna, attendenti e animali. India, metà del XX secolo. Colori naturali su cotone, cm. 145 x 95.
Il dipinto della nostra collezione che qui si illustra esemplifica l’iconografia più diffusa delle icone Pichwai. Shrinathji è raffigurato stante al centro, vestito di un ampio abito sul davanti del quale si dispongono numerose collane e ghirlande di fiori di loto. Sulla testa ha un vistoso copricapo a forma di ventaglio. Il braccio sinistro è sollevato in alto a sorreggere metaforicamente il monte Govadhano sul quale nel 1479, anno di nascita di Vallabhacharya, fu trovata la prima icona di Shrinathji, modello al quale tutte le successive sue raffigurazioni faranno riferimento.
Nel dipinto, al fianco della divinità compaiono quattro figure femminili gopi, due per lato. Alle spalle del gruppo di figure si staglia una foltissima vegetazione di alberi e in alto una notte stellata con luna piena. In basso scorre serena l’acqua di uno specchio d’acqua con fiori di loto nei pressi dei quali si dispongono quattro vacche, animali prediletti da Khrisna, e un pavone, simbolo di immortalità.
Il dipinto ha sua cornice in alluminio ed è in ottimo stato di conservazione, con i colori ancora vivacissimi. Realizzato secondo canoni iconografici e tecnici che gli artisti di Nathdwara si tramandano da generazioni, la sua datazione si colloca nella prima metà del Novecento, sicuramente prima del 1970, anno in cui fu acquisito dal precedente proprietario.
Per approfondire l’argomento della pittura Pichwai si consiglia il catalogo della mostra Gates of the Lord: The Tradition of Krishna Paintings, tenutasi presso l’Art Institute di Chicago dal 13 settembre 2015 al 3 gennaio 2016.
Grande dipinto ‘Pichwai’ con Krishna, attendenti e animali
India, metà del XX secolo
Colori naturali su cotone, cm. 145 x 95