Nell’orgia di mostre, conferenze, inaugurazioni, vendite e aste che è la Asia Week di New York (14-23 settembre 2022), mi ha particolarmente colpito la selezione di bronzi arcaici offerta da Sotheby’s, per l’asta evocativamente intitolata Power / Conquest. The Forging of Empires che sarà battuta il 20 settembre.
Trenta lotti.
Solo trenta lotti, ma di una qualità, rarità e importanza che rendono quest’occasione speciale per chi abbia una passione per l’arte, la cultura e la storia cinese più antica e misteriosa.
La lavorazione del bronzo, è noto, è uno dei più entusiasmanti traguardi della civiltà cinese. I contenitori in questo materiale creati a partire dal II millennio a.C. rimangono infatti insuperati per la straordinaria raffinatezza con cui sono stati realizzati e per le complesse implicazioni simboliche che sottendono alle loro forme e ai loro decori.
Inoltre, su molti di questi contenitori – solitamente i più importanti, destinati cioè a personaggi influenti della burocrazia – sono presenti delle iscrizioni più o meno lunghe che forniscono notizie sui proprietari e sugli avvenimenti storici in cui furono coinvolti.
Per periodi così antichi, per i quali le fonti documentarie coeve sono davvero esigue, queste iscrizioni rivestono un’importanza cruciale nel fare luce sulla storia della Cina pre-imperiale. E non è peregrino affermare che – oltre all’indubitabile fascino materico – questi bronzi siano collezionati soprattutto per le loro epigrafi.
Certamente così era nel passato. L’imperatore Qianlong, ad esempio, fece catalogare la sua strepitosa raccolta di bronzi arcaici, accompagnando la descrizione e le informazioni storiche di ogni oggetto con un disegno che lo riproducesse e con un calco dell’iscrizione.
Alcuni dei bronzi proposti da Sotheby’s nella sua asta di settembre si caratterizzano proprio per la presenza di importanti iscrizioni di questo tipo.

Contenitore zhi. Dinastia degli Zhou Occidentali (Sotheby’s New York, 22 settembre 2022, lot 1)

All’imperatore Qianlong appartenne il vaso zhi proposto da Sotheby’s al lotto 1 (stima $ 60.000-80.000; cm. 17 altezza). Esso è infatti illustrato alla p. 14 del volume XXVI dello Xiqing gujian (“Catalogo delle antichità nel padiglione Xiqing”). Il contenitore presenta l’iscrizione Ding Mu, “Madre Ding”, che fa probabilmente riferimento al nome di un clan, o in alternativa al nome di un luogo che non è stato possibile identificare.

Vasi con questa forma, in voga già durante la dinastia Shang, erano utilizzati nei rituali per il vino. L’esemplare offerto da Sotheby’s, prezioso soprattutto per la sua provenienza, si caratterizza tuttavia per una decorazione di maschere taotie e motivi geometrici che ha analogie con la produzione del primo periodo degli Zhou Occidentali.
Il contenitore di tipo gui al lotto 6, datato all’inizio del IX secolo a.C. (stima $ 400.000-600.000: larghezza cm. 32,7), nel corso della dinastia dei Zhou Occidentali, presenta l’iscrizione San Bo zuo Ze Ji bao gui qi wan nian yong yong che si può tradurre “San Bo ha commissionato questo prezioso gui per Ze Ji, che sia usato eternamente per diecimila anni”.
Il vaso appartenne dunque a San Bo, una figura eminente nell’amministrazione dello stato di San, il quale lo dedicò a Ze Ji, appartenente allo stato di Ze. Non è chiaro il rapporto tra i due, e tra gli studiosi (la bibliografia relativa a questo oggetto è vastissima…) c’è chi crede che siano marito e moglie e chi invece è convinto che siano padre e figlia.

Contenitore gui. Dinastia degli Zhou Occidentali, IX secolo (Sotheby’s New York, 22 settembre 2022, lot 6)

Quel che è invece sicuro è che questo vaso, e la sua iscrizione, sono prova inconfutabile del pacifico rapporto politico tra due stati confinanti di cui, allo stato attuale delle ricerche. pochissimo si conosce.
Il vaso fa parte di un gruppo di quattro esemplari caratterizzati per la presenza della stessa dedica. Uno si trova attualmente nel Museo di Shanghai, un altro nel Fogg Museum of Art di Cambridge e il quarto nel Metropolitan Museum di New York. Quello a Shanghai fu donato al museo da Li Yingshuan e sua moglie Qiu Hui, i genitori di Albert Y.P. Lee al quale per ultimo è appartenuto quello offerto in questa occasione da Sotheby’s, così come alcuni altri capolavori che saranno esitati nella stessa asta. Nella lunga presentazione di questo collezionista che accompagna la descrizione dei lotti, si desume proprio la sua grande passione per la storia antica del suo paese.
L’iscrizione Wang zuo Xu shang Xuan Mu baoshang yi sul vaso li al lotto n. 7 (stima $ 150.000-250.000; cm. 18,6 diametro) si può così tradurre: ”il re commissionò questo contenitore per Xuan Mu che ha sposato il signore dello stato di Xu”.

Contenitore li. Inizio del Periodo degli Stati Combattenti (Sotheby’s New York, 22 settembre 2022, lot 7)

Il contenitore fu dunque esplicitamente concepito per essere donato a una donna, figlia probabilmente di un sovrano Zhou vissuto all’inizio del Periodo degli Stati Combattenti. E infatti, vasi di questa forma erano espressamente riservati come dono di nozze in quei matrimoni che soprattutto rivestivano il ruolo di rinsaldare alleanze politiche, militari e diplomatiche tra i vari stati. La sposa avrebbe utilizzato il contenitore per i rituali, ma anche per altre funzioni eminentemente pratiche.

Di straordinaria importanza storica è la lunga iscrizione (Yi Yu cong wang nan zheng fa Chujing you de yong zuo Fu Wu bao zun yi Wu) che compare sul contenitore di forma gui al lotto 9 (stima $ 600.000-800.000; cm. 30,6 altezza). Da quei caratteri si desume che questo spettacolare oggetto – decorato sull’esterno da un potente labirinto geometrico con bugnatura e dotato di due ampi manici con testa di animale stilizzata – fu commissionato da Yi Yu che volle farne dono al padre. Yi Yu voleva così commemorare la sua partecipazione alle battaglie che il Re Zhao aveva condotto con successo contro i Chujing. Zhao è stato il quarto sovrano della dinastia dei Zhou Occidentali, la quale avrebbe dominato la storia cinese dal 1046 al 771 a.C.. Gli eventi che si ricordano nell’iscrizione su questo gui si collocano intorno al 980, e così – cosa rarissima per i bronzi arcaici – anch’esso si può datare intorno a quell’anno.

Contenitore gui. Dinastia degli Zhou Occidentali, 980 a.C. circa (Sotheby’s New York, 22 settembre 2022, lot 9)

La rivalità tra Zhou e Chujing caratterizzò un lungo periodo di quella fase storica cinese. Re Zhao condusse diverse spedizioni punitive verso quello stato meridionale, ma purtroppo – durante una di quelle campagne sarebbe rimasto ucciso. La leggenda vuole che non morisse in battaglia bensì inghiottito dalle acque turbolente di un fiume. Tuttavia, sembra più probabile che esso sia caduto nel corso di un’imboscata tesagli proprio dai Chujing.
Lo strepitoso fang zun al lotto 17 (stima $ 800.000-1.200.000: cm. 21,5 altezza) ha anch’esso una lunga iscrizione di cinquantuno caratteri (Wei jiuyue jishengba dingchou gong ling Jian Min cong jue you xu yantu Jian Min ji gao yu gong xiu wang you gan dui yang jue xiu yong zuo Xin Gong bao zun yi yong su xi pei zong zi zi sun sun qi wan nian yong bao) che riveste dal punto di vista storico una straordinaria importanza. Essa riporta che “Nel giorno dingchou della fase lunare jishengba del nono mese, Gong ha ordinato a Jian Min di svolgere un compito nella terra di Yan. Jian Min assicura Gong di aver portato a buon fine e senza errori l’incarico. Jian quindi loda la gentilezza e la virtù di Gong, e commissiona dunque questo vaso prezioso in onore di Xin Gong. Questo vaso è stato fuso per essere utilizzato giorno e notte per i riti in onore degli antenati, e dovrà essere eternamente conservato dai suoi figli e dai suoi nipoti per diecimila anni”.

Contenitore fang zun. Dinastia degli Zhou Occidentali, X secolo a.C. (Sotheby’s New York, 22 settembre 2022, lot 17)

Molti autorevoli studiosi hanno pubblicato questo vaso proprio per le notizie storiche che la sua lunga iscrizione fornisce. L’ipotesi più accreditata è che Gong sia stato un importante funzionario vissuto durante il regno del Re Mu (976-922 a.C.), il quinto sovrano degli Zhou Occidentali, la dinastia che avrebbe soppiantato gli Shang. Fu Gong ad assegnare a Jian Min il compito di supervisionare la terra di Yan, che molto probabilmente doveva essere governata da alcuni aristocratici della sconfitta dinastia Shang, ai quali era stata data l’opportunità di servire gli Zhou. Si trattava di un incarico all’interno della stessa casata: Xin Gong sarebbe dunque un venerato antenato di Gong e Jian Min. L’iscrizione è quindi rivelatrice della politica di inclusione perseguita da Re Mu, che molto successo ebbe nel tenere unito il grande territorio che i suoi predecessori avevano conquistato.
La forma fang zun di questo vaso, caratterizzato da un’incredibile patina tra il verde e il color ruggine, è piuttosto rara nell’ambito della produzione di bronzi rituali durante la prima fase della dinastia dei Zhou Occidentali. E’ tuttavia soprattutto la sua iscrizione a determinarne la rarità: gli altri esemplari coevi noti, conservati nei maggiori musei di arte cinese in Cina, presentano infatti invariabilmente un numero di caratteri molto inferiore.
Insieme ai pezzi con iscrizione, questa asta di Sotheby’s presenta anche bronzi arcaici privi di caratteri incisi, tutti comunque caratterizzati da rarità e qualità. Una vendita di certo particolare che scatenerà sicuramente l’interesse di collezionisti colti e preparati, appassionati di uno dei momenti storici più entusiasmanti della lunghissima storia cinese.