L’ultima edizione di Asian Art in London ha offerto come al solito una moltitudine di oggetti d’arte di qualità eccezionale.
Tuttavia, un manufatto in particolare ha provocato una grande ammirazione da parte del pubblico, conoscitori, esperti e collezionisti.
Si trattava di una scultura in bronzo dorato offerta da Sotheby’s per l’asta che si è tenuta il 30 novembre (lotto 118).
Una straordinaria figura di Avalokiteshvara alta ben 42,5 cm, datata all’XI-XII secolo. Con una stima cauta di £ 200.000-300.000, è stata poi venduta a oltre un milione di sterline.
Un manufatto di grande bellezza, rarissimo, esemplare di quella esigua produzione di icone buddhiste realizzate nel Regno di Dali.
Situato nel sud della Cina, in un territorio che coincide all’incirca con i confini dell’attuale provincia dello Yunnan, il Regno di Dali fu fondato nel 937 e – nonostante l’espansione della dinastia Song (960-1279) – riuscì a sopravvivere fino al 1253, rimanendo indipendente grazie soprattutto ai suoi dichiarati legami etnici con l’impero cinese.
Le fonti dell’epoca mettono in evidenza il fervente credo buddhista dei sovrani Dali.
Un Buddhismo che certo conservava le caratteristiche della dottrina indiana ma che, contemporaneamente, sviluppò sue specifiche peculiarità, introiettando suggestioni sia dalla Cina sia dalle culture del vicino Sud-Est asiatico.
La scoperta di una scultura in bronzo buddhista connessa con il Regno di Dali si colloca in seguito alla pubblicazione nel 1944 della studiosa americana Helen Chapin di un articolo in cui metteva in relazione un celebre dipinto di Zhang Shengwen (attualmente conservato presso il National Palace Museum di Taipei), sul quale compaiono due colophon datati rispettivamente al 1173-75 e al 1180, con alcuni manufatti conservati in collezioni statunitensi e europee, prima attribuiti genericamente a una produzione cinese.
Le divinità raffigurate nel dipinto si caratterizzano infatti per corpo massiccio, volto squadrato, piccoli occhi socchiusi e esuberanza dell’abbigliamento.
Spunti stilistici che si ritrovano non solo nella scultura offerta poche settimane or sono da Sotheby’s, ma anche nei pochi altri esemplari noti di questa produzione.
Ad esempio, nel notissimo bronzo conservato presso il Metropolitan Museum di New York (inv. 42.25.28), e anche nei pochissimi pezzi offerti all’asta negli ultimi anni, tra cui si distingue la strepitosa Guanyin offerta da Christie’s New York il 24-25 marzo 2022, notabile per le sue grandi dimensioni (57,1 cm altezza) che certo hanno contribuito al risultato di vendita ($ 2.580.000, stima $ 2.000.000-3.000.000).
Ancora più rare in questa già esigua produzione di icone in bronzo del Regno di Dali, sono le sculture raffiguranti il Buddha, tra cui si vuole qui illustrare il favoloso esemplare custodito nel Cleveland Museum of Art (23 cm altezza).