I rotoli dipinti che illustrano il “Romanzo del Principe Splendente” (Genji monogatari) sono molto probabilmente l’opera d’arte più amata dal popolo giapponese.
Le ragioni di quest’antica predilezione sono tante. In primo luogo, essi costituiscono la prima, e più riuscita, versione illustrata del più acclamato capolavoro della letteratura giapponese di tutti i tempi. Il Genji monogatari, scritto nei primissimi anni dell’XI secolo dalla dama Murasaki Shikibu, ha fin da subito entusiasmato coloro i quali lo hanno letto, e tuttora continua ad emozionare con la stessa intensità, per la raffinatezza dell’ambientazione – la corte imperiale di Kyoto – e la profondità dei sentimenti dei personaggi descritti, il Principe, i suoi familiari e le sue numerose amanti. In più, si tratta di un’opera d’arte di qualità ineguagliabile, eccezionale da molti punti di vista. Tecnicamente è perfetto connubio tra purezza di linea e ricchezza di cromatismi. Stilisticamente è raffinata miscela di morbidezza di tratto, delicate velature, superbe intersezioni geometriche. Come nel romanzo, anche in questi dipinti domina un’eleganza pacata, di moderazione nei gesti e di profonda riflessione, una suggestione aristocratica, tanto indifferente alle brutture quanto invece immersa nella più soave bellezza.

Il fiume dei bambù, dal Genji monogatari emaki. Nagoya, Tokugawa Art Museum.

Il tempo e gli eventi della storia non sono stati clementi con questo capolavoro. In origine, infatti, esso si doveva costituire di circa venti lunghi rotoli, contenenti molto probabilmente almeno un centinaio di illustrazioni, alle quali si alternavano sezioni di calligrafia che riproducevano il testo originale di Murasaki Shikibu. In un imprecisato momento tra il XVI e il XVII secolo, i rotoli furono però smembrati in fogli singoli, molti dei quali andati perduti per sempre. Attualmente sono sopravvissute solamente venti tavole figurative e ventotto sezioni di calligrafia: quindici illustrazioni si trovano nel Tokugawa Museum di Nagoya, quattro nel Gotō Museum di Tokyo e una, purtroppo molto rovinata e perciò quasi illeggibile, nel Museo Nazionale di Tokyo. Quali preziosissime e delicate reliquie di un’epoca favolosa, i fogli vengono esposti al pubblico molto raramente, ogni dieci anni circa, e per brevissimi periodi, solitamente una settimana nel mese di Novembre.

Calligrafia, dal Genji monogatari emaki.

Non molto si conosce a proposito dell’autore dei Genji monogatari emaki, e pochissimo si sa anche riguardo alla data della loro realizzazione. Pare comunque ormai assodato che la monumentale opera sia stata eseguita verso l’inizio dell’XII secolo, ovvero circa un secolo dopo la compilazione del romanzo; dunque nella fase finale del lungo periodo Heian (794-1185), poco prima che l’intero paese fosse coinvolto da una serie disastrosa di conflitti bellici di sanguinosa rilevanza. Al tempo, la pittura su rotolo lungo di stile giapponese (Yamato-e), cosiddetta in opposizione a quella di stile cinese (Kara-e) fino ad allora dominante, muoveva i suoi primi passi e, subito, proprio con i “Rotoli del Genji monogatari”, raggiungeva l’assoluta perfezione formale e concettuale. Inoltre, non c’è ragione di dubitare che i rotoli furono realizzati non da un singolo artista bensì da un gruppo di pittori e calligrafi di eccezionale abilità, guidati da un maestro che ne coordinava i lavori, e che non è detto intervenisse manualmente nell’opera.
Rispetto ad altri rotoli dipinti più o meno coevi, in quelli del Genji monogatari emaki si nota un accentuato gusto ‘femminile’, come nelle illustrazioni così nelle sezioni di calligrafia. Senz’altro ciò si può spiegare con riferimento all’origine del tutto femminile del “Romanzo del Principe Splendente”, opera somma di un periodo in cui gran parte della letteratura era opera di donne dotate di sopraffine sensibilità. Non conoscendo a tuttora la verità sugli autori dei “Rotoli del Genji monogatari”, non potremmo perciò almeno ipotizzare che anche alla loro esecuzione partecipassero attivamente delle donne, artiste di genio e insuperabili conoscitrici del capolavoro letterario di Murasaki Shikibu?