Il Ramayana è uno dei poemi epici più importanti della tradizione indiana, uno dei testi fondamentali dell’Induismo e soggetto prediletto di tutte le arti.

Ramayana 'Mewar', 1649-53. Londra, British Library.

Ramayana ‘Mewar’, 1649-53. Londra, British Library.

Compilato tra il VI e il III secolo a.C. nei passi fondamentali (che riprendono una tradizione orale molto più antica divulgata da cantori), il Ramayana è tradizionalmente attribuito al poeta Vilmaki, il quale compare più volte come personaggio del racconto. Nel corso dei secoli il testo è stato oggetto di numerose manipolazioni, aggiunte e riduzioni, così che ne esistono diverse versioni. Nonostante ciò, le vicende di questo capolavoro della letteratura asiatica sono state fatte proprie da tutti i paesi del sud-est asiatico, impregnando le culture di Thailandia, Laos, Cambogia, Birmania, Malesia, Indonesia, Filippine e Sri Lanka.
In estrema sintesi, il Ramayana racconta la storia del principe Rama, avatar di Vishnu, della sua sposa Sita, dell’esilio che dovettero scontare per molti anni e della persecuzione che dovettero subire da parte di Ravana, divinità malefica che voleva uccidere Rama. Lo scontro tra quest’ultimo e Ravana si ebbe in seguito al rapimento di Sita. Il principe riuscì sconfiggerlo e a liberare la sua bella sposa con l’aiuto dei semidei Varana, ed in particolare di Hanuman, dalle sembianze di scimmia. Tuttavia, egli non poté accogliere immediatamente Sita, poiché ella poteva averlo tradito. L’avrebbe fatto solo se l’avvenente moglie avesse dimostrato la sua fedeltà. E’ così fu, almeno secondo una versione, in base alla quale i due in seguito vissero felici e contenti. Secondo un’altra versione, invece, Sita – stanca di dover dimostrare la sua purezza – chiese agli dei che la facessero scomparire per sempre, generando enorme tristezza nel marito.

Ramayana 'Mewar', 1649-53. Londra, British Library.

Ramayana ‘Mewar’, 1649-53. Londra, British Library.

E’ risaputo che il Ramayana non è per gli indiani induisti un mero romanzo epico, infarcito di episodi di amori e battaglie. Esso è considerato sacro poiché al suo interno sono rivelati alcuni dei cardini culturali del paese, gli ideali ai quali un buon marito, una buona moglie, un buon fratello, un buon amico e, soprattutto, un buon governatore, dovrebbero ambire. Da oltre due millenni, generazione dopo generazione, gli indiani e i popoli del bacino del sud-est asiatico hanno formato il proprio sistema etico avendo come punto di riferimento il Ramayana.
Nell’arte, non c’è manifestazione che non abbia tratto ispirazione dal Ramayana, dal teatro alla pittura, dalla musica alla scultura, dalla miniatura al cinema, dalle arti applicate alla televisione e ai videogames.

Hanuman, XI secolo. New York, The Metropolitan Museum.

Hanuman, XI secolo. New York, The Metropolitan Museum.

Gli eroi di questo capolavoro della cultura indiana sono i protagonisti di una mostra che si tiene attualmente presso il Museo d’Arte Orientale di Venezia, intitolata Rāmāyaṇa. The divine poem as revealed by the Rājbanśī masks (dall’8 aprile al 10 settembre 2017), nella quale sono esposte alcune maschere in legno dipinto della collezione di Alain Rouveure, realizzate presso l’etnia Rājbanśī, dislocata tra il sud del Nepal, il Bihar e il Bengala indiano. Del percorso fanno parte anche le marionette indonesiane delle raccolte del museo veneziano, che era possibile ammirare anche prima dell’apertura della mostra, sistemate nell’ultima sala del percorso di visita permanente, e per l’occasione giustamente inserite nel contesto temporaneo.
Anche l’Asian Art Museum di San Francisco ha dedicato nel recente passato (21 ottobre 2016 – 15 gennaio 2017) una mostra al Ramayana, intitolata The Rama Epic. Hero, Heroine, Ally, Foe, in riferimento ai quattro personaggi principali della storia (Rama, Sita, Hanuman e Ravana), potendo contare su 135 oggetti provenienti dalle collezioni permanenti del museo e su prestigiosi prestiti da parte di musei statunitensi ed europei.
Tra i pezzi più significativi vanno sicuramente ricordate due straordinarie miniature appartenenti alla British Library, parte di quella che è senza dubbio la più straordinaria versione illustrata del poema, realizzata tra il 1649 e il 1653 su commissione del sovrano induista Mewar – il quale riteneva di essere diretto discendente di Rama – da parte di una bottega di artisti di tradizione musulmana .

Magnifica è pure la scultura in bronzo dell’XI secolo (epoca Chola, 880-1279) del Metropolitan Museum di New York, nella quale è raffigurato Hanuman a tutto tondo. Descritto in una posa intensa, con un’anca in flessione e le mani in gesto che suggeriscono la conversazione, la statua – in origine in un tempio dell’India meridionale – posa su un piedistallo sul quale sono ben visibili dei fori che dovevano molto probabilmente servire a portarla in processione, addobbata con fiori, tessuti e gioielli.

Ravana, XIX secolo. Londra, The British Museum.

Ravana, XIX secolo. Londra, The British Museum.

Più possente, infine, l’immagine in avorio di Ravana del XIX secolo conservata nel British Museum di Londra, con la malefica divinità che incede sicura con il piede destro in avanti, spaventosa per il suo sovrannaturale corredo di dieci teste e venti braccia sistemate a raggiera sui due lati del torso.