Le collezioni di arte asiatica del Metropolitan Museum of Art di New York sono sublimi.
Per chi ne è appassionato, attraversare le sale dove sono esposti manufatti cinesi, giapponesi, coreani, indiani, del sud-est asiatico, dell’area himalayana, della Mongolia, è un’esperienza trascendentale che assume a tratti aspetti di godimento orgiastico, tanti sono i capolavori che si susseguono senza soluzione di continuità.
Per quanto mi riguarda, non mi basterebbe un mese di intense sedute di visita per conoscere al meglio questo strepitoso patrimonio artistico.
Tuttavia, se hai a disposizione solo alcune ore devi per forza di cose adottare una strategia per sfruttarle al meglio.
Io ho scelto semplicemente di ‘passeggiare’ tra quelle meraviglie, lasciando che fossero gli oggetti a richiamare la mia attenzione, imponendo essi stessi una sosta più lunga nei pressi di una vetrina piuttosto che un’altra.

Buddha Vairocana. Dinastia Liao, XI secolo. New York, Metropolitan Museum of Art.

Il ‘richiamo’ l’ho sicuramente sperimentato con forza nei pressi di un’ampia teca in cui erano esposte alcune sculture in bronzo dorato.
Bene, sarà perché negli ultimi tempi mi si è accesa una discreta passione per i bronzi di dimensioni contenute, ma quegli oggetti che ho ammirato in quei minuti al Met mi hanno provocato sussulti e vibrazioni non da poco.
I manufatti in questione erano tutti più o meno databili all’XI-XII secolo e, oltre al materiale con cui sono stati realizzati (il bronzo dorato), condividevano anche l’ambito di pertinenza, ovvero il Buddhismo, e soprattutto una qualità davvero eccelsa.

Bodhisattva Manjushri. Dinastia Liao, XI secolo. New York, Metropolitan Museum of Art.

Essi rappresentano l’eccellenza di due produzioni distinte ma contemporanee.
Da una parte alcuni manufatti prodotti nei territori di pertinenza della dinastia Liao (907-1125), dall’altra parte alcuni altri oggetti realizzati nel Regno di Dali (937-1253).
Due domini indipendenti e autonomi dall’impero Song (960-1279), detentore della tradizione cinese Han, il primo ubicato nella zona superiore dell’attuale Cina a comprendere la Manciuria e parte della Mongolia, il secondo situato nell’attuale provincia meridionale dello Yunnan.
La dinastia Liao fu fondata dai Khitan, una popolazione nomade di stanza già da secoli in quei territori, le cui mire espansionistiche si ampliarono costantemente fino al 1125 anno in cui dovettero soccombere ai Jurchen della dinastia Jin (1115-1234), i quali avrebbero inoltre costretto i cinesi Song ad abbandonare la capitale Kaifeng e a ritirarsi a sud, delineando quella divisione netta tra Song Settentrionali (960-1125) e Song Meridionali (1125-1279) che caratterizza la storia cinese di quei secoli.
Il Regno di Dali, così noto dal nome della capitale, sorse sulle ceneri dei Nanzhao, popolazioni che governarono quegli stessi territori nell’VIII e IX secolo. I suoi sovrani furono ferventi buddhisti, tanto che molti di loro abdicarono in vita per intraprendere la vita monastica.

Bodhisattva Guanyin. Regno di Dali, XII secolo. New York, Metropolitan Museum of Art.

Nonostante una reale indipendenza, Liao e Dali subirono una forte influenza da parte dei Song, in tutti gli aspetti della cultura e dell’arte.
Anche nella scultura di ambito buddhista, l’influsso dei modi cinesi è evidente, sebbene le opere scaturite in quei territori riflettano senza dubbio un approccio personale.
Analogie con la coeva scultura cinese sono più evidenti nelle opere dei Liao, mentre quelle del Regno di Dali mostrano certi dettagli che rimandano alla statuaria del Sud-est asiatico e dunque, di riflesso, dell’India.
I bronzi dorati Liao e Dali sono piuttosto rari, e non è facile poter ammirare un insieme di esemplari come quello esibito al Met di New York.
A dimostrazione di questa rarità, si possono portare ad esempio alcuni recenti risultati d’asta, come il Buddha Vairocana Liao venduto da Christie’s Parigi il 14 dicembre 2016 per la spaventosa cifra di oltre 14 milioni di dollari, oppure la Guanyin stante esitata da Christie’s New York nel 2011 e aggiudicata a oltre 4 milioni di dollari.
Curiosamente, entrambe queste sculture già disponibili sul mercato mostrano evidenti affinità con due pezzi conservati presso il Met, a confermare la straordinaria qualità dei manufatti esposti nel museo newyorchese.

Bodhisattva Guanyin dalle molte braccia. Regno di Dali, XI-XII secolo.