1204

Ancora nell’ambito degli eventi organizzati per la preview autunnale di Asian Week 2017, anche la casa d’aste Christie’s propone una serie di vendite che hanno come tema l’arte estremo-orientale. Tra queste, quella che si terrà il 16 settembre 2016, incentrata su manufatti cinesi di vario genere, ovvero la classica Fine Chinese Ceramics and Works of Art.

Il catalogo comprende all’incirca 180 lotti, tra mobili, bronzi, porcellane e ceramiche, cloisonnés, giade, alcuni dei quali di grandissimo interesse.
Tra questi, merita senz’altro un cenno il letto a baldacchino (jiazichuang) al n. 1204. Intagliato nel raro, pregiato e richiestissimo legno di huanghuali, la sua realizzazione risale al periodo compreso tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, ovvero la parte finale della dinastia Ming (1368-1644), da molti ritenuta come l’età d’oro dell’ebanisteria cinese. Stimato 300.000-500.000 $, questo letto era destinato ad una dama dalle grandi risorse: di notte, addobbato con eleganti cortine, lo usava per riposare, mentre di giorno – messi da parte i tessuti – lo utilizzava come un divano per trascorrere il tempo con le sue amiche e ancelle, magari sorseggiando tè oppure sfidandole in qualche gioco da tavolo. Si tratta di un mobile di grande eleganza e raffinatezza, prezioso per la straordinaria leggerezza dell’impianto e superbo per l’elaborato intaglio geometrico che orna gran parte del suo perimetro all’altezza della seduta.

1227

Altro genere di oggetto, ma egualmente importante, al lot 1227. Si tratta di una coppia di affascinati incensieri in bronzo del periodo Qianlong (regno 1736-1795), come testimoniato dal marchio che compare su entrambi. Alti 39,4 cm., si presentano con un contenitore all’incirca sferico posante su tre piedi; ai lati del globo si innestano due manici rivolti verso l’alto; il coperchio è a cupola, terminante con presa a forma di pigna. La complessa decorazione che orna l’intera superficie esterna dei due pezzi consiste prevalentemente in dragoni imperiali tra nuvole; teste di animali mitologici dalle fauci spalancate sembrano inghiottire la parte superiore delle gambe. Realizzati come strumenti per officiare riti, e quindi posizionati al di sopra di un altare di un tempio buddhista, questi due superbi incensieri appartennero senz’altro alla corte imperiale di Pechino. La presenza per entrambi del coperchio originale, rappresenta un ulteriore motivo di rarità, e giustifica una stima iniziale di 400.000-600.000 $. Curiosamente, essi appartennero alla The House of Props, fondata da Alexander Torf nel 1948, un’impresa che si occupava di fornire oggetti di lusso per i set televisivi.

1318Tra gli top lots dell’asta, vale la pena di spendere alcune parole anche per il piatto al n. 1318, stimato 200.000-300.000 $. E’ una porcellana ‘bianco e blu’ del periodo Yongle (1403-1425), decorata al centro del fondo con una ariosa composizione di tralci di vite e grappoli d’uva, incorniciata sul cavetto da un girale di fiori di loto e sulla tesa da un fluire vorticoso di onde marine. E’ uno dei motivi più rappresentativi della porcellana di Jingdezhen di inizio dinastia Ming, ed infatti esemplari simili si trovano ora nella Percival David Foundation di Londra (British Museum), nello Shanghai Museum e, soprattutto, nella raccolta dell’Ardebil Shrine, oggi nell’Iran Bastan Museum di Teheran, e nel Topkapi Saray Museum di Istanbul, a testimonianza che questo tipo di manufatto cinese raggiungeva le corti mediorientali già in periodi molto antichi, almeno dal XVI-XVII secolo. Proprio tali porcellane cinesi servirono quale fonte di ispirazione per i ceramisti turchi di Iznik che inserirono nel loro repertorio il tralcio di vite.
Tra le numerose porcellane offerte in questa occasione, il lotto più importante è sicuramente il n. 1368. Si tratta di una spettacolare coppia di vasi a balaustro del periodo Jiaqing (1796-1820), con relativo marchio imperiale. A dispetto dell’altezza modesta (cm. 22), la stima che li riguarda è notevole: 400.000-600.000 $. Il decoro è di straordinaria raffinatezza, con simboli benaugurali (pipistrelli, shou, le Otto Cose Preziose) raccordati da vorticosi girali fitomorfi, il tutto su un fondo giallo brillante, che è poi il colore riservato alla famiglia imperiale. Decori simili era già in voga nel periodo Qianlong, ed è quell’epoca, ad esempio, che apparteneva il famoso vaso battuto da Pandolfini per circa sette milioni di euro. I due vasi afferti ora da Christie’s non raggiungeranno certo quella cifra, ma c’è da aspettarsi che faranno un notevole balzo in avanti rispetto alla stima iniziale.1368