Versatoio. Washington D.C., Smithsonian Institute, dono del 1856 al presidente degli Stati Uniti.

La Thailandia ha una tradizione artistica millenaria e sofisticata.
Nonostante per posizione geografica, incastonata com’è tra due giganti della cultura asiatica quali Cina e India, abbia dovuto da sempre confrontarsi con innesti culturali esterni, questo paese è riuscito nel tempo a configurare una propria specifica estetica, ben riconoscibile anche rispetto alle altre civiltà che si sono sviluppate contemporaneamente nella cosiddetta penisola indocinese (Vietnam, Cambogia, Birmania e Indonesia).
L’architettura, la scultura, la pittura e le arti applicate della Thailandia (l’antico Siam) evocano un mondo artistico imbevuto di eleganza e spiritualità, per gran parte associato alla dottrina buddhista che qui ha avuto una diffusione capillare.
Tra le eccellenze dell’arte thailandese, merita senz’altro una particolare attenzione la produzione di manufatti in argento decorati con la raffinata tecnica del niello (termine di origine latina traducibile con “nero” che identifica una miscela di argento, piombo e zolfo) associata alla doratura.

Contenitore per acqua. Seconda metà del XIX secolo. Baltimora, The Walters Art Museum.

Le origini dell’introduzione di questa tecnica in Thailandia non sono note con certezza. Un’ipotesi è quella che gli artigiani locali l’abbiano appresa nel XIII secolo grazie ai numerosi mercanti persiani che allora frequentavano il paese. Un’altra propone invece l’influenza dei portoghesi, approdati in quei territori all’inizio del Cinquecento, i quali d’altronde potrebbero a loro volta avere imparato i processi di lavorazione dagli stessi persiani.
E’ indubbio però che nel XVIII e XIX secolo questa tecnica – che prevede l’applicazione a caldo del niello sulla struttura in argento, e quindi la doratura – raggiungesse un apice di perfezione poi insuperato, per l’eleganza delle forme degli oggetti (afferenti prevalentemente al consumo di betel e tè), per la qualità dei materiali utilizzati e per l’armonia delle decorazioni a oro, per lo più a motivi vegetali di ispirazione persiana, in alcuni casi associati alla rappresentazione di figure umane o animali reali e fantastici.
Questa produzione era destinata esclusivamente ai membri della corte e ai più notabili aristocratici del regno, e spesso suoi esemplari furono utilizzati come doni diplomatici.
Tra questi si ricordano in particolare quelli attualmente conservati presso lo Smithsonian Institute di Washington D.C., i quali costituiscono tra gli altri i doni del 1856 di re Rama V al presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce.

Versatoio. Seconda metà del XIX secolo. Roma, Bertolami Fine Arts, asta del 18 gennaio 2024, venduta per € 6.985 (incluse commissioni).