
Scatola circolare in metallo argentato e dorato. Cina, dinastia Qing, metà del XIX secolo. Bertolami Fine Art, asta 23 giugno 2022, lot 21.
Nell’asta di arte asiatica che si è tenuta a Roma presso Bertolami Fine Art il 23 giugno 2022, al lotto 21 era offerta una scatola circolare in metallo parzialmente dorato (cm. 14 x 21) che offre spunti per alcune riflessioni.
L’oggetto era accompagnato da analisi scientifiche effettuate da Herelabo, laboratorio di Pelt in Belgio, il 17 febbraio 2022, le quali proponevano una datazione intorno alla metà del XIX secolo.
E con questa attribuzione la scatola è stata aggiudicata, alla cifra di € 1.500.
In realtà, per le sue caratteristiche tecniche, formali e il tipo di decorazione – una serie di bande orizzontali parallele con girali floreali e sul coperchio due fenici in volo ancora tra tralci fogliati e fioriti – questo contenitore rimanda a una produzione di molto precedente, tra il IX e l’XI secolo, tipica dell’ultimo periodo della dinastia Tang (618-907) e dei Liao, la dinastia di origini nord-orientali che governò vasti territori tra la Mongolia, la Corea e la Cina Settentrionale tra il 907 e il 1125.
Popolo di guerrieri a cavallo, i Liao riuscirono a dominare un vastissimo territorio grazie a una politica di inclusione, assorbendo nel proprio alveo anche le genti che avevano assoggettato, tra cui i cinesi di stirpe Han.
La loro cultura è dunque una miscela di stimoli diversi, tuttavia originale in moltissimi dei suoi aspetti.
I documenti scritti disponibili per ricostruire i tratti salienti della civiltà Liao sono purtroppo molto scarsi, a causa principalmente del divieto assoluto da parte della dinastia di far uscire dai propri territori ogni forma di testo per evitare intromissioni esterne.

Contenitore in argento dorato. Cina, seconda metà dell’VIII secolo. Xian, Museo di Storia dello Shanxi.
Per questo, i ritrovamenti archeologici – sempre più numerosi negli ultimi anni – sono indispensabili per comprendere non solo le loro pratiche funerarie ma anche per meglio conoscere alcuni tratti di quella società evoluta.
Tra i manufatti recuperati in contesti di scavo – oltre a ceramiche, giade, tessuti, sculture, dipinti e molto altro – compaiono in gran numero anche oggetti in oro e argento.
Nella Cina tradizionale questi due nobili materiali non hanno attratto particolare interesse come è successo altrove nel mondo. Ciò si spiega da una parte con il grande valore attribuito al bronzo e alla giada, dall’altra con la modesta presenza di giacimenti entro i confini dell’impero.
Fu solo con l’instaurarsi dei Tang che in Cina si ebbe una maggiore disponibilità di argento e oro, provenienti dalla Corea, dalla Manciuria, dal Vietnam e, soprattutto, dall’Asia Centrale. Metalli grezzi di ogni tipo venivano infatti importati lungo quella che è comunemente nota come la Via della Seta e, attraverso gli stessi percorsi, giungevano a Chang’an anche manufatti realizzati con quei materiali in area persiana, fin dal periodo finale della dinastia sasanide (226-642). La capitale dell’impero era a quel tempo una città con oltre un milione di abitanti, nella quale convivevano e lavoravano genti di tutta l’Asia, in un’atmosfera stimolante ed effervescente, tra cui sicuramente artigiani e artisti centroasiatici specializzati nella lavorazione dei metalli.

Contenitore in argento parzialmente dorato. Cina, dinastia Liao. Christie’s, 16 settembre 2016, lot 1223.
La produzione di epoca Tang di manufatti in argento – spesso arricchiti di doratura – è profondamente influenzata dall’Asia Centrale, a partire dalle forme che in certi casi riprendono fedelmente i modelli stranieri, per ripercuotersi anche nell’ornato, il quale consiste prevalentemente di motivi floreali tra cui si inseriscono animali e uccelli.
Nell’aspetto formale complessivo i manufatti in argento dei Liao sono una diretta filiazione di quelli Tang. Se ne distinguono però per un uso più consistente della tecnica decorativa del repoussé, che gradualmente sostituisce quelle della martellatura, del cesello e della battitura, predilette invece nei secoli precedenti.
La scatola offerta in asta da Bertolami Fine Art presenta caratteristiche affini a quelle delle produzioni tardo Tang e Liao, anche se le analisi scientifiche più sopra menzionate hanno evidenziato che l’argento è utilizzato come lamina solo sulla superficie esterna dell’oggetto per rivestire una struttura a base prevalentemente di rame.
Si tratta dunque di un manufatto che se nell’aspetto generale mostra una vicinanza stilistica con gli oggetti più antichi più sopra ricordati, nella realtà è stato prodotto in tempi più recenti, esemplare di un revival che non vuole essere riproposizione pedissequa bensì rielaborazione elegante di un ‘classico’ della cultura artistica cinese.